Niente in cui riuscire niente in cui fallire
“Niente in cui riuscire e niente in cui fallire” (Eric Baret) da L’unico desiderio –
Nella nudità dei tantra: Strano pensare di aver bisogno di qualunque cosa, di dover riuscire qualcosa. La riuscita è in ogni istante, la perdita in ogni istante. Cosa c’è da riuscire? È una fantasia. Un bambino lo sa. Non deve riuscire: gioca, è felice. Non si deve lavorare nella vita, si deve giocare. Il gioco è rendersi conto che la riuscita e la perdita non sono l’essenziale. Non c’è riuscita, non c’è perdita, non c’è che l’essenziale. Non si rischia niente, possiamo rischiare. Ma occorre una forma di maturità per giocare. […] Cosa possiamo perdere? Posso perdere tutto, ma cosa mi manca? Mi può mancare qualcosa. E io non ho bisogno di qualcosa. Ciò di cui ho bisogno è ciò che sento ad ogni istante. […] Cosa si può perdere nella vita? Non c’è niente in cui riuscire e niente in cui fallire. È come una nuvola che passa: è un successo, è un fallimento? Tutti questi concetti non hanno senso. È una fantasia. La bellezza della vita è far fronte, ad ogni istante, a ciò che è. Il vento mi carezza la guancia, un cane mi lecca la mano, qualcuno mi lecca i piedi, qualcun altro mi dà un calcio: sono presente, chiaramente, istante dopo istante. Non c’è domani. È il solo modo di vivere. Il resto non è la vita, ma una miserabile accozzaglia di concetti. La vita è troppo ricca, troppo bella per lasciare il posto a una riuscita o un fallimento. Non ha senso! […]Dagli antagonismi sorge la comprensione. Ma, generalmente, non si vogliono gli antagonismi: non si vuole aver paura, non si vuole essere tristi, non si vuole essere angosciati, non si vuole essere malati, non si vuole che i bambini muoiano, non si vuole che si droghino, non si vuole essere in prigione… perché abbiamo un progetto. Ogni volta che accade qualcosa, diciamo: «No, no, non questo, non è questo. La vita è un’altra cosa». A un dato momento, mi rendo conto che dico costantemente no alla vita. La vita è ciò che mi accade adesso. Non può essere diversamente. La mia vita non è domani. […]È l’ambiente intorno che mi benedice. Tutto quel che mi accade è una benedizione. Familiarizzarsi con la gioia di vivere, che è senza ragione. Sognare un ottimo pasto, un bellissimo figlio, una bellissima casa, tutto questo vi abbandonerà. Vi sentirete felici senza un motivo. […]Non c’è niente da chiedere alla vita. Non chiedo niente: chiedo quello che è. L’armonia non è il risultato di una riflessione. Non c’è niente da comprendere. Si tratta di vivere con questo sentito, familiarizzarsi con lui, essere disponibile! Ogni avvenimento vi accarezza, vi tocca: respirate tutti gli avvenimenti.