“Nel corpo fisico la malattia è il risultato della resistenza della personalità alla guida dell’anima. Ci ammaliamo quando dimentichiamo la divinità dentro di noi, quando proviamo a imporre i nostri desideri sugli altri o permettiamo che i loro suggerimenti e i loro pensieri ci influenzino.”
Edward Bach
“Ogni disagio è la voce dell’anima inascoltata, è la perdita di originalità, dell’essere antico e naturale che siamo. Il compito della psicoterapia è ritrovarlo”
Raffaele Morelli
ANIMA cerca di comunicare attraverso il linguaggio delle immagini (sogni notturni, rêverie, immagini spontanee o indotte), oppure attraverso intuizioni improvvise o sensazioni fisiche come la paura, il desiderio, l’eccitazione, la diffidenza, altre volte ci ispira, per esempio, attraverso incontri fortuiti.
Se le diamo retta l’anima funziona come una guida, un vecchio saggio che ci indica la strada.
Il problema nasce quando non vogliamo ascoltarla, quando le sue indicazioni ci sembrano scomode o inopportune ed opponiamo resistenza. Rifiutandole le spingiamo in profondità, con il rischio che si materializzino attraverso il corpo oppure attraverso disturbi come ansia o depressione. “L’anima, infatti – scrive il Dr Caprioglio ne ‘La via dell’anima’ – non si arrende e tende ad usare l’organismo come il palco di un teatro e le malattie come attori attraverso cui esprimere il proprio disagio e comunicare con noi…”
Per questo i nostri disturbi possono essere considerati come ‘messaggi dell’anima’ che chiedono di essere ascoltati: “quando compaiono in forma acuta – prosegue Caprioglio – sono veri e propri imperativi con cui l’anima cerca, in modo drastico, di ammonirci. Quando diventano cronici, è segno che è in atto un ‘braccio di ferro’, dove noi opponiamo resistenza e non vogliamo sentire ragione… E poi ci sono le malattie gravi, o gli incidenti dove si rischia la vita, veri e propri aut-aut che l’anima ci dà, come a dire che se non cediamo, il ‘gioco’ rischia di finire male…”
Quindi ben lungi dal volerci fare del male, i nostri disturbi vogliono portarci verso la nostra Essenza, lontani da stereotipi e luoghi comuni. Ecco che allora un attacco di panico può venire per farci togliere tutte le maschere che indossiamo, una depressione per prepararci alla morte del nostro falso Sé e dar vita al nostro vero Sé …
Il sintomo è un linguaggio, dunque.
Infatti, partendo dalriconoscimento dell’unità funzionale di soma e psiche, la medicina psicosomatica è tutta tesa a fornire informazioni utili al riconoscimento dei segni e sintomi che ci permettano di colloquiare con il nostro corpo, cercando di apprendere come esso si esprime, i suoi codici non verbali e individuando così i canali di comunicazione più idonei ad entrare in sintonia con la nostra Natura.
“È nell’evento patologico – sostiene Antonio Scardino, immunologo, medico di base e psicosomatista autore de “Il linguaggio segreto degli organi” – dietro la piccola disgrazia fisica, dentro la malattia che, forse, sopravvive un barlume di contatto, di dialogo con l’interiorità, di riconoscimento di quell’essenza mitica e profonda della nostra natura che ci guida: la nostra anima. […] Un giorno non troppo lontano il corpo e la mente verranno finalmente considerati come un’unica entità e non più una sequela di organi ed apparati disgiunti fra loro, appannaggio di specialisti di diverse materie. Quel giorno, alle conoscenze scientifiche eccelse e alla valutazione oggettiva dei meccanismi patologici generali, affiancheremo finalmente il rispetto per l’eccezionale peculiarità delle nostre personalità umane e per le nostre vicende uniche e individuali, che fanno di noi quello che siamo. […] La vita, in fondo, non è soltanto un evento naturale misurabile, ma un viaggio misterioso durante il quale le cose invisibili che portiamo dentro ci ricordano chi siamo davvero, ci ammoniscono e ci guidano.”